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Chiara&Chiara

Chiara N.
Cara Chiara, tu sai che l’8 novembre 1995 moriva Damiano. Nostro figlio. A 8 anni e mezzo.
Con lui, nei due anni di malattia abbiamo sperimentato la solidarietà, l’amicizia, il dono disinteressato. Innumerevoli, infatti, sono coloro che si sono offerti di dare una parte di sé per sostenerlo nella sua lotta contro l’aplasia midollare: in tanti gli hanno donato sangue, piastrine e globuli bianchi consentendogli, così, di tornare a scuola, di giocare con gli amici, di arrampicarsi per le montagne… e ancora tanti sono coloro che si sono sottoposti all’effettuazione delle prove di compatibilità nella speranza di essergli simile e potergli donare il proprio midollo. Tanti senza volto, ma con un grande cuore… Nonostante tutto questo amore, Damiano non ce l’ha fatta: non ha potuto effettuare un trapianto compatibile. E noi, con papà Mattia e nonno Adriano non abbiamo permesso che questo grande patrimonio di generosità andasse perduto e abbiamo voluto costituire l’Associazione Damiano per l’Ematologia che, negli anni, con diverse iniziative ha cercato di diffondere la cultura del dono mediante l’invito a spendersi per una persona… per un’ idea… un progetto…
        Per diversi motivi che la vita ci aveva messo davanti l’associazione stava vivendo un momento di stasi… è bastato, però, che alcune persone, che amorosamente avevano condiviso con noi la sofferenza di nostro figlio, ci sorreggessero e ci proponessero di ridarle vigore. Nuova linfa e nuove energie, ricircolando, hanno portato a questa serata e non solo…
 
Chiara P.
Cara Chiara, Giovanni aveva compiuto da poco 6 anni quando, il 1° agosto della scorsa estate, ci ha salutato.
Era mancato da pochi giorni e, incontrando mia madre, le hai detto: “Mi domando perché queste cose accadono”. Sono convinta che da questo perché sei partita per rifondare l’Associazione “Damiano per l’Ematologia”.
La principale finalità dell’Associazione è aiutare la ricerca per la cura delle malattie ematologiche e dei tumori dell’infanzia.
Quando mi hai proposto di entrarne a far parte all’inizio ho avuto qualche perplessità: non mi andava di fermare i miei pensieri sulle ragioni per così dire biologiche della morte di Giovanni; piuttosto mi interpellavo e mi interpello sul senso e a questa domanda la medicina non può dare risposta. Poi ho aperto un depliant dell’Associazione e vi ho trovata scritta su una pagina una sola semplice frase: “L’Associazione Damiano per L’Ematologia ha lo scopo di sensibilizzare al dono”.
E mi hai spiegato che l’Associazione era nata sulla scia del desiderio di proseguire l’esperienza incredibile di dono che avevate fatto durante la malattia di Damiano. Non ho fatto fatica a comprenderti perché le tue parole rispecchiavano anche la nostra esperienza: dono di dedizione e coinvolgimento pari al nostro di medici e infermieri, dono delle nostre famiglie che hanno fatto corpo unico intorno a noi, dono di vicinanza autentica e competente da parte delle maestre di Giovanni ed India, dono di tanti amici, dono di volontari, dono di sconosciuti, dono di tanti, dono. E mi sono affiancata a voi nei lavori dell’Associazione.
Il dono ha il volto di chi parla poco e non ti cerca molto ma si fa sempre trovare quando lo cerchi perché hai bisogno. Ha il volto degli angeli, quelli in carne ed ossa, persone che magari non conoscevi prima e forse non incontrerai più dopo, ma in un attimo della tua vita si mettono al tuo fianco per darti esattamente l’aiuto di cui hai bisogno.
E poi, Chiara, il dono ha il volto di quei bambini seduti in prima fila. Sono i compagni di classe di Giovanni e non gli hanno fatto mai mancare il conforto e il piacere della loro amicizia. Sino alla fine.
 
Chiara N.
E ha il volto dei compagni di Damiano, ormai uomini e donne di fronte a scelte importanti, con tanta buona vita davanti. Oggi sono qui con la stessa consapevolezza di quindici anni fa quando anche loro hanno offerto delle splendide note come carezza per il loro amico: la musica è un linguaggio comune alla terra e al cielo, dissero allora.
 
Chiara P.
Il dono, Chiara, indossa l’abito leggero delle attenzioni e della delicatezza ed anche il più prezioso, quello della speranza. Il bene ha tanti abiti e veste su misura. Ognuno fa del bene, senza neanche accorgersene. Talvolta restiamo nudi, fa parte della natura umana, ma il bene è dietro l’angolo pronto a rivestirci. Il bene è il mare nel quale siamo immersi e al quale, anche attraverso l’Associazione Damiano per l’Ematologia, vogliamo portare la nostra goccia! Sapendo che muoverà altra acqua sino a giungere lontano, dove i nostri occhi forse non potranno arrivare ma dove ci sarà un altro bambino, un’ altra mamma, a ricevere bene e donarlo a sua volta.
 
Chiara N.
Hai ragione è la Speranza che va trasmessa e condivisa con i nostri ragazzi, con i nostri amici, perché, ne siamo sicure, insieme alla capacità di donarsi consente di trasformare eventi della vita, anche pieni di dolore, in modo che possano portare frutto. Copiosamente.
 
Chiara P.
Le storie delle nostre famiglie sono state sempre intrecciate, mi hai detto un giorno. Oggi sentiamo di dire che lo sono anche nei cieli e in questo nostro comune impegno nell’attività, delicata e forte al contempo, dell’Associazione “Damiano per l’Ematologia”.

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